I fiancheggiatori dei genitori alienanti che con monotona ripetitività gridano “la PAS non esiste” hanno un unico argomento: sostengono che è impossibile manipolare un figlio perché “i bambini non sono programmabili come videoregistratori“.
Tuttavia se spostiamo il fuoco dell’attenzione a vicende diverse da quelle della separazione dei genitori scopriamo che il fatto che i minori siano manipolabili è ovunque dato per scontato. Non c’è nessuno che si sogna di sostenere come i negazionisti dell’alienazione parentale che non sarebbe “scientificamente dimostrato perché non riportato nel catalogo delle malattie psichiatriche“.
E’ scontato ovviamente per i bambini soldato in paesi sottosviluppati. Ma senza andare tanto lontano anche in Italia abbiamo situazione in cui la manipolabilità psicologica dei minori è ben nota. Talmente nota che le autorità procedono ad allontanarli dal loro ambiente familiare per salvarli da un destino che altrimenti sarebbe segnato. E, guarda a caso, il protocollo di intervento adottato dai Tribunali dei Minori è straordinariamente somigliante a quello suggerito dagli psicologi che hanno studiato l’alienazione parentale: trasferire il minore vittima di manipolazione in un luogo protetto e con l’ausilio di personale specializzato provare a cambiare il suo atteggiamento. Nella convinzione che questo atteggiamento sia determinato dall’ambiente, ovvero – in altre parole – che il minore sia psicologicamente manipolato, plasmato dall’ambiente, e che – nel suo interesse – vada messo fine a questa manipolazione. Continua a leggere